«Cos’è la storia? L’idea iniziale della storia, nell’antichità, era di ricordiamo le cose grandiose accadute, oggi il concetto si è allargato: si continuano a studiare i grandi uomini e i grandi avvenimenti, ma studiare la storia significa studiare il comportamento degli esseri umani: di tutti. La storia è il catalogo immenso di tutto quello che gli uomini hanno fatto sulla terra nel tempo, le cose grandiose e le porcherie, le infamie ma anche le cose banali e quotidiane. Perchè lo scopo è capire meglio chi siamo, quindi la storia è un grande catalogo di esempi. Conoscere gli esempi di situazioni analoghe accadute in precedenza ci aiuta a decodificare meglio il presente: se studi la storia non rimani indifeso di fronte alle cose che succedono Se invece manca questa dimensione è come mancasse uno dei cinque sensi …». Lo spiega lo storico Alessandro Barbero, Premio Hemingway 2020 per l’Avventura del pensiero: le sue dichiarazioni anticipano il dialogo che terrà sabato 27 giugno, alle 11, in streaming sul sito premiohemingway.it, un’intervista condotta dallo scrittore Gian Mario Villalta.
“La capacità di rendere viva e soprattutto empatica una materia di studio spesso concepita come asettica, attraverso uno stile narrativo sobrio equilibrato e avvincente, e una conoscenza vastissima dei periodi trattati” sono valsi a Barbero il Premio che sarà virtualmente consegnato sabato 27 giugno alle 18.30: la cerimonia si svolgerà sempre online, sul sito premiohemingway.it e inoltre sui social del Premio Hemingway, sul sito e i social di pordenonelegge (pordenonelegge.it) e del Comune di Lignano Sabbiadoro (lignano.org). Il Premio Hemingway 2020 è promosso dal Comune di Lignano Sabbiadoro con il sostegno degli Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive e Turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso la consolidata collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge.
«La pandemia ha evidenziato l’infinita fragilità dell’Unione Europa – spiega ancora Barbero – Anzi, la sua inesistenza perché di fronte alla cosa piu preoccupante accaduta nel nostro tempo è mancata una “risposta”. In futuro gli storici potrebbero dire che con la pandemia si è ritrovata la necessità di riorganizzare l’Europa ritrovando entusiasmo per il progetto comune, oppure che dopo la pandemia si é andati verso l’esaurimento di quel progetto. In passato le grandi pandemie hanno cambiato il mondo soprattutto in conseguenza del bilancio demografico: con la drastica riduzione della popolazione sono mutate profondamente le condizioni e i meccanismi economici». E poi c’è la questione delle diseguaglianze: «L’accentuarsi delle diseguaglianze nelle società occidentali, negli ultimi quarant’anni, potrebbe essere un elemento alla base di futuri eventi: il mondo finirà dominato da élite internazionali di oligarchi o avremo una nuova rivoluzione d’ottobre? Una misurazione del fenomeno è arrivata con i saggi di Thomas Piketty: lo scorso secolo le diseguaglianze si erano ridotte solo perché la gente non le voleva più e le oligarchie avevano davanti lo spettro del comunismo. Dissolta questa ideologia, le oligarchie non hanno più dovuto rinunciare a nulla. Molto diversa è la questione della democrazia, che non serve perché tutti insieme prendiamo la decisione migliore, anzi spesso non è così. Ma è fondamentale per sviluppare in tutti il senso di appartenenza e partecipazione alla cosa pubblica. Democrazia via web? Quella dei 5 Stelle è una democrazia interna, limitata a un partito. L’idea di estendere questa modalità al governo del Paese andrebbe meditata molto a lungo».
«Cosa resterà nel nostro tempo, in eredità per la ricerca dei futuri storici? – si chiede Alessandro Barbero, il cui ultimo saggio, “Caporetto” (Laterza), è dedicato all’appassionata ricostruzione di una battaglia che per gli italiani è diventata sinonimo della disfatta – Certo, un altro Napoleone non si è ancora rivelato e magari aspetta solo la sua occasione. Esiste però una differenza notevole fra gli avvenimenti percepibili come tali e lo scorrere profondo della storia. La mia sensazione è che negli ultimi 20 anni in Occidente abbiamo molto rallentato in termini di accadimenti. Se paragonassimo i ventenni di oggi ai loro coetanei di 100 anni fa, la differenza sarebbe schiacciante. I ventenni del 1920, avevano visto una quantità di eventi infinitamente superiore. Fino ad oggi un ventenne occidentale aveva “vissuto” solo l’avvenimento delle Torri Gemelle. Ma puntualmente è arrivata la pandemia … Uno storico del futuro cercherà forse nel nostro primo ventennio del secolo quanto sta lentamente maturando: se il mondo fra 20 o 50 anni sarà dominato dalla Cina, con l’occidente e gli Stati Uniti in declino, nel nostro ventennio si indagherebbe come sono state gettate le basi per l’egemonia cinese. Se la pandemia restasse in circolo, il nostro 2020 resterà come un evento epocale, analogo alla peste del 1348. Se sconfiggeremo rapidamente il covid quest’anno resterà un avvenimento isolato, come la spagnola del 1919-1920. Certamente la pandemia ci dimostrato – conclude Barbero – che la globalizzazione dell’informazione e delle economie che si influenzano a vicenda può coesistere con la dimensione locale e come realtà dominante per la vita di tutti». E rispetto a covid, come indagheranno gli storici? «In futuro – osserva Barbero – ci chiederemo se i dati prodotti in Italia sono stati monitorati con le stesse regole della Germania. Gli storici domani potranno così verificare se davvero l’Italia ha avuto la peggio in questa pandemia, con l’agio e il tempo che oggi non è concesso ai giornalisti …».
Ma accanto al “mestiere” di storico Alessandro Barbero, Premio Strega a soli 37 anni per “Bella vita e guerre altrui di Mr Pyle, gentiluomo”, pratica con successo anche quello di romanziere e divulgatore. «La prima fase del lavoro è la stessa – racconta – Ovvero quella della ricerca. Talvolta decido dopo lunghi studi se trarre un romanzo o un saggio intorno a un argomento. La scrittura arriva dopo e la differenza sta nel fatto che a un certo punto si deve iniziare a progettare e costruire un libro. Nel caso del romanzo storico la trama è già suggerita se non obbligata. Aggiungere porzioni di trama deve combaciare con i fatti, tutto quello che è verificabile deve corrispondere, e io lo verifico in modo ossessivo. Per l’autore di un romanzo inventare eventi e personaggi, aggiungere qualcosa alla storia, è al tempo stesso una grande libertà e una grande fatica. Certamente una grande responsabilità, per questo considero più faticosa la scrittura di un romanzo. E a questo riguardo: il prossimo sarà edito da Sellerio e tratterà della Guerra civile americana. Un romanzo inedito, ma che ho scritto parecchi anni fa, stava in un cassetto. Si parlerà però anche di un tema tornato di attualità: bianchi e neri …».
Alessandro Barbero, storico e scrittore, è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale e Vercelli. Scrive su La Stampa e Tuttolibri. Collabora al programma televisivo Superquark e alle trasmissioni Passato e presente e a.C.d.C. in onda su Rai Storia. Tra le sue pubblicazioni: Benedette guerre. Crociate e jihad («i Libri del Festival della Mente», 2009), Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali, («i Libri del Festival della Mente», 2013), usciti per Laterza; Gli occhi di Venezia (Mondadori, 2011); Il divano di Istanbul (Sellerio, 2011); Dietro le quinte della Storia, con P. Angela (Rizzoli, 2012); Le Ateniesi (Mondadori, 2015); Costantino il vincitore (Salerno, 2016); Le parole del papa (2016) e Caporetto (2017), usciti per Laterza.
La Giuria della 36^ edizione del Premio Hemingway è composta dagli scrittori Alberto Garlini (Presidente) e Gian Mario Villalta, con lo storico della fotografia Italo Zannier, il sindaco del Comune di Lignano Sabbiadoro Luca Fanotto e il presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ed è operativa in sinergia con l’Assessore alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia Tiziana Gibelli e l’Assessore alla Cultura del Comune di Lignano Ada Iuri. Insieme ad Alessandro Barbero sono stati premiati quest’anno lo scrittore David Grossman, l’astronauta dell’ESA Samantha Cristoforetti, e il Maestro della fotografia Guido Guidi.